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Parigi alle urne... ma per cosa?

Libero Gentili • 1 aprile 2023

PARIGI ALLE URNE…MA PER COSA?

Domenica 2 Aprile si vota a Parigi; non in tutta la Francia, ma solamente nella capitale. E non in relazione agli avvenimenti che hanno sconvolto il paese in questi ultimi giorni, bensì su un altro tema: l’uso dello E-Scooter, comunemente chiamato monopattino elettrico.

Quindi sarà la frangia più giovane della popolazione parigina a potersi esprimere su un tema che, apparentemente di per sé sembra marginale, ma che invece, dietro le quinte, nasconde un tema non di poca importanza.

Ma andiamo per ordine.

Il quotidiano “Le Monde” questa mattina pubblica un articolo intitolato: Le società di noleggio di scooter elettrici si rivolgono agli influencer in vista del referendum di Parigi”.

E subito dopo riporta un post: “C’è qualcosa che potrebbe presto scomparire a Parigi nei prossimi giorni: (…) gli scooter a noleggio, che aiutano più di 400.000 persone a spostarsi in città ogni mese”.

Sembrerebbe, dal tono, un accorato appello da parte di qualche utente impaurito da questa eventualità; invece no, si tratta di un cosiddetto “videografo”, una nuova professione che si sta sviluppando a macchia d’olio nel settore della comunicazione informatica.

Anche qui, un altro recesso in penombra: questi professionisti non appartengono a un qualche tipo di comunicazione giornalistica, ma fanno parte di una nuova categoria, quella degli “influencer”.

Eccolo il punto che volevo mettere in evidenza con questo breve post.

In una serie di video sul famigerato “TikTok”, il videografo con quel post ha spiegato ai suoi 860.000 follower perché, secondo lui, vietare il noleggio di monopattini elettrici sarebbe un disastro per la capitale francese.

Ce ne sono tanti, come lui, che si stanno dando da fare per convincere le persone a indirizzare le proprie scelte verso una certa direzione. E chi c’è dietro: domanda retorica e banale… tutte le società di noleggio: Dott, Lime, Tier ed altri.

E sapete quanto rende un video di questo tipo? Tra 2.000 e 2.500 euro per 500.000 visualizzazioni. Ma su quest’ultimo punto non c’è problema: TikTok, che parecchie nazioni hanno bandito, oramai è virale.

La nascita degli “influencer” sono l’ultimo episodio di questa odissea perniciosa dei social media che stanno guastando la privacy, la propria intimità e quindi l’equilibrio di ogni singolo individuo; per cui “non si va al bagno” se non lo si è fatto sapere alla comunità degli amici i quali ti diranno anche “come andare” e quando.

In America soprattutto, ma anche in altri paesi, attraverso gli “influencer” che postano i loro pareri “disinteressati” sui social media, persino le elezioni politiche vengono oramai “influenzate”.

Ha detto bene il vice sindaco di Parigi David Belliard, responsabile della trasformazione degli spazi pubblici, dei trasporti e della mobilità: “le società private stanno silenziosamente cercando di influenzare l’esito di un voto… e cosa cercheranno di influenzare dopo?”


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