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Hi, I'm Libero

If we occasionally think that in life there are not only kittens, dogs (with all the greatest respect) meatballs, selfies, buttocks to be shown on the beach, phrases posted on Facebook borrowed somewhere that make us appear wise and philosophers … but also something that is not within reach of mobile phones, that does not participate in noise and bullshit everyday, but that is what gives us the right to consider ourselves citizens of a society and that we are losing without realizing it… then we would feel really frightened and we would be working to change.


I am convinced, and my experience suggests it to me, that you get more in life if you are willing to change. Change is induced by the perception that something is not right, that something could be better, that there is a problem to be solved. Awareness is an important step in discovering the world around you and finding your place within it.


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By Libero Gentili August 2, 2024
Impariamo a ragionare con il cervello ...quando è presente, ovviamente. Poche riflessioni per introdurre un argomento che ho già pubblicato nel mio Podcast alcuni mesi fa. Perché lo ripropongo? Il tema è quanto mai attuale e lo sarà sempre nella storia dell’umanità, perché si è stratificato, incrostato, spalmato nel corso di duemila anni dapprima nella mente della gente semplice, priva di cultura e poi, inevitabilmente, nello strato sociale del popolo sovrapponendosi alla superstizione e alle naturali credenze sulle cause occulte di certi avvenimenti della vita che erano inspiegabili perché privi di un artefice, o più artefici, ben identificabili da un punto di vista oggettivo. Così alla credenza irrazionale dell’uomo primitivo molto spesso, in seguito, camuffata da leggenda si è sostituita la “fede”; la fede in un altrettanto soggetto invisibile, immateriale e incorporeo che, però, travestito nella mente di ognuno con gli abiti di Dio, ha dato una spinta alla “civilizzazione” sostituendosi totalmente alla superstizione e usurpandone la funzione e l’influenza. Impersonali, ignoti e sconosciuti gli autori di quegli avvenimenti che si presentavano fin dai tempi dell’ homo sapiens e impersonale, ignoto, sconosciuto dal punto di vista materiale (viviamo nel mondo, non nella fantasia) quel dio che regola tali avvenimenti. Ma con una sostanziale differenza, badate bene: quel dio si è insediato nel vero senso della parola, come dire impiantato, nel cuore dell’uomo che, anche se non vede, ora crede! Forse si potrebbe in qualche modo accettare l’inevitabilità di certi avvenimenti nella storia dell’uomo (personalmente non l’accetto) alla luce del principio della “libera ricerca”; inaccettabile invece il ruolo dei soggetti questa volta tangibili, personali, visibili, materiali e corporei che hanno coniugato la trasformazione della superstizione in un fatto di fede e di “cuore” ma privando in maniera assolutamente subdola l’essere umano del VERO libero arbitrio: questi soggetti sono rappresentati dal clero . Quindi, se utilizziamo il cervello per il ragionamento, ateismo non significa rinnegare qualcosa o qualcuno che non si è mai visto tangibilmente se non con la fantasia (i credenti la chiamano “cuore”) ma ateismo significa soprattutto “libertarismo” o più semplicemente liberalismo, cioè libertà individuale. Politicamente una società potrebbe riuscire a farcela; “teisticamente... beh, siamo talmente intossicati sin dalla nascita che è veramente dura. Per concludere questo preambolo all’ascolto dell’episodio Podcast da parte di chi lo desidera, mi piace citare un passaggio del bellissimo libro “Senza Dio, del buon uso dell’ateismo” del suo autore Giulio Giorello in uno dei suoi viaggi nell’Irlanda del nord: “Mi trovai a chiedere ospitalità per la notte presso una famiglia di campagna. Stavo già sistemando il bagaglio, ed ecco la domanda: «Cattolico o protestante?» Per trarmi d'impiccio, risposi: «Ateo». Un attimo di silenzio perplesso, poi un'altra domanda: «Sì, ma ateo cattolico o ateo protestante?” Si, è veramente dura!
By Libero Gentili June 15, 2024
Non amo postare citazioni di personaggi illustri come oggi fa il 90% degli utenti di Facebook; non lo faccio mai. Denota, contrariamente a quanto si vorrebbe dimostrare, la mancanza di cultura di queste persone, con frasi prese in prestito da qualche parte senza possederne il necessario background culturale. Ma questa volta me lo concedo... Si, siamo in tempo di crisi e la cosa più grave è che il fenomeno non è solo nazionale bensì mondiale. Molti di noi conoscono le premesse che, cent'anni fa, favorirono la salita al potere di un regime che segnò l'epoca buia della nostra storia: l'onda nera che ammazzò tutto quello che sapeva di "umano" nella società. Il senso profondo di insoddisfazione della gente, la rabbia fornirono sicuramente una spinta all'ascesa al potere di quelle "persone" ma, fondamentalmente, fu l'ignoranza della gente comune, quella che forma il tessuto di una società in una data epoca, che si attaccò al tozzo di pane (già vecchio e ammuffito ideologicamente) che veniva offerto loro. E così, dall'ignoranza della base scaturì l'ignoranza al potere, ma con modalità disumane... sia fisicamente che moralmente. E oggi le premesse sono di nuovo qui, solo perché coloro che dovrebbero arginare quest'onda nera non ne hanno la capacità... manca loro il necessario bagaglio culturale. Oggi è solamente il protagonismo, la cura della propria immagine che spinge queste persone che si professano politici, verso i loro comportamenti. Non il desiderio di amare il prossimo e la società in cui si vive, difendere e proteggere i più vulnerabili, ma l'istinto a proteggere sé stessi, i propri interessi, non necessariamente solo materiali... e allora: parole... parole... parole... e visi sorridenti e rassicuranti sui manifesti pubblicitari. Persone come Antonio Gramsci non ci sono e non ci saranno mai più... ma ci hanno lasciato dei gioielli che potrebbero - se adoperati nel modo giusto - rendere una società più bella.
By Libero Gentili November 3, 2023
Mentre i cittadini di Gaza piangono la morte di oltre 9.000 persone, di cui 3.760 bambini per opera dell’esercito israeliano, il presidente Benjamin Netanyahu giurando che Hamas deve essere eliminato o in qualche modo reso inoffensivo, anche a costo di fare a pezzi Gaza, ha “legittimato” le sue atrocità citando la Bibbia . "Le richieste di cessate il fuoco sono in realtà richieste a Israele di arrendersi ad Hamas, di arrendersi al terrorismo, di arrendersi alla barbarie. Non accadrà mai. Signore e signori, la Bibbia dice che c'è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Questo è il tempo per la guerra". E, finalmente, ci siamo arrivati: dopo tutte le azioni dello Stato riguardanti il “problema Gaza” già dal 1967, e la decisione sconsiderata di rafforzare Hamas con lo scopo di dividere il movimento nazionale palestinese tra islamisti con sede a Gaza e nazionalisti laici in Cisgiordania, Netanyahu ora si appella alle sacre scritture come lasciapassare al suo corridoio di follia incontrollata. Ma prima di ricorrere all’avallo della provvidenza divina, Bibi (o chi per lui) il 29 Ottobre aveva postato un messaggio su X , sostenendo che “in nessuna circostanza e in nessun momento il primo ministro era stato avvertito dell’intenzione di Hamas di entrare in guerra… tutti i funzionari della difesa, compresi i capi dello Shin Bet (Servizio di Sicurezza), credevano che Hamas fosse scoraggiato e cercavano un accomodamento. Questa è stata la valutazione presentata più e più volte al primo ministro e al gabinetto da tutti i funzionari della difesa e dalla comunità dei servizi segreti fino allo scoppio della guerra.” Dopo questo scarico di responsabilità Benny Ganz , ministro e membro del Gabinetto di Guerra, rispondeva pubblicamente che il Primo Ministro “deve ritrattare le sue osservazioni di ieri sera e smettere di occuparsi di questo problema... la leadership richiede dimostrazione di responsabilità. Qualsiasi altro tipo di parola o azione danneggia la resilienza e la forza della nazione”. Il tweet veniva immediatamente cancellato e il suo autore ammetteva: “ho fatto un errore” aggiungendo, però, “insieme vinceremo”. La sopravvivenza politica per un personaggio è troppo importante, ancor più se questo personaggio narcisista come Netanyahu ha a cuore, innanzi tutto, la sua immagine. E allora, quando il suo scaricare la colpa sugli altri gli si ritorce contro in maniera spettacolare, occorre trovare un’altra strategia, e l’unica è quella di far intervenire la “volontà divina” alla quale non ci si può sottrarre; un escamotage al quale l’uomo ha sempre fatto ricorso, compresi gli stessi rappresentanti in terra della volontà di dio. Come tutti sappiamo, nello Stato di Israele la maggioranza è ebraica. Il conflitto territoriale, violento, con arabi e palestinesi dura dal 1947 ed ha assunto anche un carattere religioso: Hamas (fondamentalisti sunniti palestinesi, appoggiati da Iran e Hezbollah libanese) e coloni (fondamentalisti ebrei) i quali sostengono che il territorio di Palestina/Israele è stato dato loro da Dio . E poi, lo Stato di Israele anti- Iran, il quale è in accordo, ormai, con Paesi musulmani del «blocco saudita». Nell’anno 2014 veniva ufficialmente proclamato il Califfato , guidato da Abu Bakr Al-Baghdadi . Un Governo monarchico, la cui identità sociale e politica si basa sulla predicazione del profeta Maometto. Il dato che emerge da quegli anni è la problematica difficoltà a riportare concettualmente le trasformazioni geopolitiche in atto in quella regione, in quanto esse subiscono un dinamismo ad una velocità incredibile, se ci si rapporta alla storia passata; soprattutto perché è dettata da paradigmi politici che si fondano su presupposti religiosi. Questa visione che si incardina su tali presupposti che credevamo superati in Occidente, almeno fino a poco tempo fa, porta il mondo a scontrarsi in “territori” che non trovano dialogo perché basati su impostazioni in contrapposizione l’una con l’altra; questo porta ad una “geografia dell’incertezza” . La Pace di Westfalia del 1648 aveva permesso di coniare il termine Stato , come sinonimo di status , stabile, fermo, statico il quale era basato sul riconoscimento reciproco di un’autorità sovrana. La geografia dell’incertezza non consente più, di confrontarsi con una realtà giuridica territoriale sovrana, e lo farà sempre meno perché ad ogni crisi, ogni volta, fa seguito un cambiamento geopolitico, a cui segue una successiva nuova fase di incertezza. Nell ‘estate del 1993 il politologo statunitense Samuel P. Huntington pubblicò il famoso libro The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order (trad. Italiana “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale) dopo l’apparizione dell’ omonimo articolo sulla rivista Foreign Affairs, al quale seguì un secondo saggio per rispondere alle critiche che erano state mosse alla sua rivoluzionaria teoria. “Gli anni successivi alla Guerra fredda videro l’inizio di mutamenti drammatici nelle identità dei popoli e nei simboli che le incarnavano. Il quadro politico mondiale iniziò a essere riconfigurato in base a criteri culturali”. Su questo assunto Huntington sviluppa la sua teoria in base alla quale “nel mondo post-Guerra fredda, le principali distinzioni tra i vari popoli non sono di carattere ideologico, politico o economico, bensì culturale” . E sotto la categoria “culturale” l’autore include soprattutto quella religiosa . “Nell’epoca che ci apprestiamo a vivere, gli scontri fra civiltà rappresentano la più grave minaccia alla pace mondiale, e un ordine internazionale basato sulle civiltà è la migliore protezione dal pericolo di una guerra mondiale”. Il suo libro ricevette numerosissime critiche, ovviamente, in quanto andava a frantumare l’impianto teorico che sosteneva la visione oramai consolidata dell’equilibrio internazionale. Ma se la critica è una sorta di leva di Archimede con cui i critici sperano di muovere il mondo, dev’essere davvero un dispositivo meraviglioso, ovunque ci si trovi, per spingerla verso il basso! Ma è dove si trova il critico nello spazio sociale, che è il punto di maggiore conseguenza nello stimare l'efficacia della critica. Nel 1993, appena dopo la dissoluzione dell’ Unione Sovietica , il mondo si apprestava a passare ad un equilibrio unipolare che non avrebbe più seguito la logica del bipolarismo.  A distanza di trent’anni la teoria di Samuel P. Huntington si è dimostrata più che giusta, e ad ogni anno che passa gli eventi catastrofici che si verificano sulla scena mondiale ce lo confermano sempre di più.
By Libero Gentili October 28, 2023
OGGI È IL GIORNO DELL’INFAMIA , ma non per il motivo che ha sostenuto l’ambasciatore di Israele davanti all’assemblea dell’ ONU , bensì per la sua stessa reazione arrogante, tracotante e baldanzosa. Ha aggiunto: "Sappiamo che non c'è alcuna crisi umanitaria in conformità con il diritto internazionale umanitario… È un giorno buio per le Nazioni Unite e per l'umanità." Si tratta solo di capire che tipo di “umanità” hanno in mente. L’Assemblea generale dell’ONU si è decisa, finalmente, a chiedere una tregua umanitaria immediata a Gaza. La risoluzione ha ottenuto 120 voti a favore, 14 contrari con in testa, ovviamente, Israele e i suoi servetti gli Stati Uniti , e 14 astenuti TRA CUI L’ITALIA. Si, questo è il giorno dell’infamia anche per il nostro Paese. Anche per queste persone gli interessi di facciata prevalgono sulle atrocità che migliaia di uomini, donne e soprattutto bambini stanno subendo già da troppo tempo. Vorrei, vorremmo vedere, se tra quegli innocenti che vengono trucidati ci fossero figli, genitori, parenti di queste persone che hanno optato per l’astensione. È sufficiente per vergognarsi di queste persone, o serve qualcos’altro?
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